Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/V. Sonetti politici/2. A Roma

2. A Roma

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A Roma

Da le arme ai corpi e dagli corpi alle alme
sorse l’imperio tuo giá, Roma altiera,
quando tua spada veloce e severa
ti die’ mille trionfi e mille palme.
Lasciasti poscia le ferrigne salme
(onde ogniun ti stimò pazza e leggiera)
al mondo da te vinto; e la via vera
prendesti opposta, di cui tanto calme,
per vincerlo di nuovo, e dolcemente.
Deh! non pianger l’imperio, Italia mia,
che oggi l’hai vie piú certo e venerando;
e sola avrai assoluta monarchia
in austro, borea, levante e ponente,
seguendo Roma il suo fato ammirando.