Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/29. Invitato a cantar le laudi di Cesare, canto così

29. Invitato a cantar le laudi di Cesare, canto così

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29. Invitato a cantar le laudi di Cesare, canto così
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Invitato a cantar le laudi di Cesare
cantò cosi

In stile io canterei forsi non basso,
e farei molli i piú rigidi cori,
signor Aurelio, se tempi migliori
lo spirto avesse, tormentato e lasso.
Ma a me non lice piú gire in Parnasso,
né d’olive adornarmi, né d’allori,
che in atra tomba piango i miei dolori,
sol pianto ribombando il ferro e ’l sasso.
Dite or, ch’io ascolto voi, canoro cigno,
cui avvien che in pene e pure in morte canti
Cesare invitto e vincitor benigno?
Troppo lungi son io dai pregi e vanti
d’uom sí felice, a cui tutto è maligno
quanto adopran qua giú le stelle erranti.