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Tolstoi - IX
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X.



Ma improvvisa ecco nitrì Marsala,
passò nitrendo la giumenta baia
libera e nuda. Un vento di battaglia
precipitò sull’isola selvaggia.

5Era il corsaro, era il filibustiere
sfidante il fuoco in mezzo alle tempeste,
era il cavalcatore, era il truppiere
volante via tra un flutto di criniere,
via per le Pampe, via per le foreste,
10un contro cento, e ora e dopo e sempre!

Era il romano difensor dell’Urbe:
Mario gli diede i fasci con la scure:
egli passò tra quattro genti, immune,
dalla tua rupe, o Giove, alla tua rupe,
15Titano, da San Pietro alla Palude,
come l’eroe nascosto in una nube!

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Era il nocchiero che volgea la barra
del navil mosso a ricercar l’Italia,
dietro una stella; e nel chiaror dell’alba
20s’udì gridare: Italia! Italia! Italia!
Ella apparia tra fuoco ardente e lava
fumante. Egli vi scese con la spada...

E la giumenta ripassò nitrendo,
squillò quel ringhio come tromba al vento,
25stettero, grandi, alti, col mento eretto,
guardando lungi, in fila ed in silenzio,
gli uomini rossi. Ognun pareva intento
a un’ombra dubbia, ad un rumor sospetto...

Ma l’aratore il liscio collo e l’anche
30palpò plaudendo con le mani cave
alla giumenta, e dielle del suo pane...
E presso lui si fece il vecchio errante,
vestito al modo delle sue campagne.
«Mugik eroe» disse: «io vuo’ qui restare».