Poemi italici/Tolstoi/I
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I.
Cercava sempre, ed era ormai vegliardo.
Cercava ancora, al raggio della vaga
lampada, in terra, la caduta dramma.
5L’avrebbe forse ora così sorpreso
con quella fioca lampada pendente,
e gliel’avrebbe con un freddo soffio
spenta, la Morte. E presso a morte egli era!
e Dio gli disse: «Io già non venni a pace
10mettere in terra; pace no, ma spada.
Venni a separar l’uomo da suo padre,
figli da madre, suocera da nuora.
I suoi di casa l’uomo avrà nemici».
E Dio soggiunse: «Non cercare adunque
15ciò che le genti cercano; ma il regno
cerca di Dio, cerca la sua giustizia!
Nè pensare al dimani: esso, ci pensi.
Ad ogni giorno basta la sua pena».
E Dio gridò: «Chi ama padre o madre
20su me, non è degno di me. Chi ama,
più di me, figlio o figlia, non è degno
di me. E chi non prende la sua croce
e segue me, non è degno di me».
Ed e’ vestì la veste rossa e i crudi
25calzari mise, e la natal sua casa
lasciò, lasciò la saggia moglie e i figli,
e per la steppa il vecchio ossuto e grande
sparì. Tra i peli delle ciglia gli occhi
ardeano cupi nelle cave occhiaie,
30e gli sferzava intorno al viso il vento
la bianca barba. Tra le betulle irte
andava, curvo sul bordone, ed aspra
scrosciava sotto il grave piè la neve.
E mentre andava, a lui più forte il cuore
35un dì battè; spicciava dalla fronte
ghiaccia il sudore ed anelava il petto.
Ond’ei sostò nella nevata steppa
in un crocicchio, in mezzo a grandi selve.
E chiuse gli occhi sotto i fili d’erba
40delle sue ciglia. Ma li aprì stupito...