Poema paradisiaco/Hortus Larvarum/Sopra un'aria antica

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Hortus Larvarum - L'ora Hortus Larvarum - Invito alla fedeltà
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SOPRA UN’ARIA ANTICA.

Non sorgono (ascolta,
ascolta) le nostre parole
da quell’aria antica?
Io t’ho dissepolta.
5E al fine rivedi tu il sole,
tu mi parli, o amica!

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Queste tu parlavi
parole. Non odi? Non odi?
Ma chi le raccolse?
10Da gli alvei cavi
del legno i tuoi modi
sorgono, che il vento disciolse.


Dicevi: “Io ti leggo
nel cuore. Non mi ami.
15Tu pensi che è l’ultima volta!„
La bocca riveggo
un poco appassita. “Non m’ami.
È l’ultima volta.


Ma, prima che tu m’abbandoni
20il vóto s’adempia.
Oh, fa che sul cuore io ti manchi!
Tu non mi perdoni
se già su la tempia
baciata i capelli son bianchi?„

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25Guardai que’ capelli,
su quel collo pallido i segni
degli anni; e ti dissi: “Ma taci!
Io t’amo.„ I tuoi belli
occhi erano pregni
30di lacrime sotto i miei baci.


“M’inganni, m ’inganni„
rispondevi tu, le mie mani
baciando. “Che importa?
Io so che m’inganni;
35ma forse domani
tu m’amerai morta.„


Profondo era il cielo
del letto; ed il letto profondo
come tomba, oscuro.
40Era senza velo
il corpo; e nel letto profondo
pareva già impuro.

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Vidi per l’aperto
balcone un paese
45lontano solcato da un fiume
volubile, chiuso da un serto
di rupi che accese
ardeano d’un lume


vermiglio, nel giorno
50estivo; ed i vènti
recavano odori
degli orti remoti ove in torno
andavano donne possenti
cantando tra cupidi fiori.