Poema paradisiaco/Hortus Larvarum/Psiche giacente

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PSICHE GIACENTE.


Su ’l ciglio del marmoreo bacino,
che i misteri de l’acqua in sé racchiude,
la vergine giacente un suo divino
sonno compone; e de le braccia ignude,
5mentre i sogni dal cuor salgono al dolce
murmure, il bel chiomato capo folce,
bionda sotto il grande arco cristallino.

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Piegasi in arco l’acqua che una bocca
marmorea da l’alto muro esprime;
10ma il ceruleo curvo stel non tocca
la chioma de la vergine sublime
nè il breve piede che Atalanta invidia.
Sale per lei baciare, con insidia
lenta, al margine l’acqua; e non trabocca.


15Sta quasi in una armoniosa cuna
Psiche. Il liquido stel che si rinnova
frangendosi ha tal suono cui nessuna
voce eguaglia in dolcezza. E par si muova
dal respir de l’immota quel sovrano
20ritmo che seguon pur nel ciel lontano
le stelle rifiorendo ad una ad una.


Nel silenzio la musica diffonde
pel gran palagio un lento incantamento.
Dai fastigi a le sedi più profonde
25tutto vive ed ascolta. Solo il vento
a quando a quando languido sospira
inebriato da gli odor che aspira
tra le rose di Cipri ove s’asconde.

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Anelando morire ne’ capelli
30divini, si protendono le rose:
protendon, mal frenate da i cancelli,
le umide bocche lor voluttuose.
Vive, come di carne, palpitanti,
anelano. Chi viene in questi incanti?
35Par che più dolce l’acqua ora favelli.


Vien per l’ombra furtivo il giovinetto
ignoto: Amore. Ed è la prima sera.
Par che tutta nel suo profondo petto
l’ansia diffusa ne la primavera
40de la terra e del cielo si raccolga,
mentre ei s’inclina. — O zona, ch’ei ti sciolga!
O rose, non vi dolga essergli letto!


Acque, cantate il carme nuziale!
L’alta vergine ignora il suo destino
45mentre tende le braccia a l’Immortale,
bionda sotto il grande arco cristallino.
Voi, rose, offritevi a la man che appresta
il letto, empite quella man funesta
che accenderà la lampada fatale!