Piccolo mondo moderno/Capitolo ottavo. Senza traccia/IV

Capitolo ottavo
Senza traccia
IV

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IV.


Prima di coricarsi don Giuseppe scrisse alla marchesa Nene la seguente lettera:

Ottima signora Marchesa,

Abbiamo deposto la diletta Sua nel campo di riposo che il santo, gentile desiderio di lei nominò. È stato un momento solenne. Il campo, la gradinata che vi sale, l’angusta via di sotto eran gremiti di gente silenziosa, commossa. Io dissi alla Eletta del Signore poche parole come seppi, nel nome di noi ch’Ella precedette nella morte, e nel nome di coloro ai quali ascese come una pia figliuola. Vidi la gente piangere per la pietà di questa giovine sconosciuta che ha scelto il loro umile Camposanto a sua ultima dimora e anche per l’affetto che tutti qui portano ancora alla memoria delle persone che le sono vicine in terra come nel cielo. Il luogo è bello, fra viti e ulivi, presso alla riva [p. 457 modifica]del lago. Il cielo sereno, il lago tutto lucente nel vento estivo, il gaio stormir delle frondi parevano dirci di non piangere perchè la nostra morta era nella gioia immensa della visione divina.

Ricevetti oggi la Sua lettera. Creda che io stesso accolsi con certa diffidenza l’annuncio del proposito concepito da Suo genero di uscire dal mondo per abbracciare uno stato di assoluta povertà e penitenza; nè penso aver mancato al mio dovere di consigliargli riflessione, preghiere, paziente attesa di una conferma della divina Volontà. Le confesserò pure che forse, posto il suo ingegno, la cultura, la condizione sociale e questo inatteso ritorno alla fede cristiana che Iddio ha occultamente disposto, io avrei desiderato da lui un’attiva partecipazione alla vita pubblica, anche per il bene particolare di questa nostra povera patria. Ho presto conosciuto incrollabile la risoluzione del signor Piero, nè sarei ora sicuro di fare, combattendola, opera buona. Egli è impazientissimo di recarla ad effetto e io accettai ch’egli mi cedesse la proprietà de’ suoi beni perchè ne disponessi secondo le sue intenzioni. L’atto fu rogato dal notaio di qui oggi stesso, e il signor Piero mi darà domani in iscritto le istruzioni che mi ha, del resto, già fatto conoscere a voce. Forse domani mi dirà pur qualche cosa circa la sua partenza di qua come circa l’Or[p. 458 modifica]dine religioso che avrà scelto. Fino ad ora non ho potuto penetrare affatto nulla. A rigore, neppur potrei asserire ch’egli abbia il proposito di entrare in un Ordine religioso. Comunque sia, le disposizioni del signor Piero, certe sue oscure allusioni all’avvenire che Le riferirò a voce, e sopra tutto il grande dolore, gli eventi mirabili ond’è nato questo mutamento, mi fanno sperare, ottima signora Marchesa, tale un frutto dell’afflizione Sua che Ella ne debba dar lode a Dio per vista come di tutto che Le accade gli dà lode per fede; tale un frutto che dissipi certi giudizi e sospetti e timori circa il carattere del fervore religioso di Suo genero pervenuto sino a me e, secondo la sapienza del mondo, non del tutto infondati nelle parvenze. A fructibus eorum cognoscetis eos.

Iddio continui a benedirla di santi pensieri e conservi a noi lungamente chi tanto ci riflette della sua luce e della sua pace. Domani celebrerò in suffragio della Sua Elisa.

Suo devotissimo

D. Giuseppe Flores.