Piccola morale/Parte quarta/XIV. I profili
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XIV.
I PROFILI.
Comunissima è la favoletta del vecchio e del putto che ne vanno al mercato in compagnia del loro asinello. I quali cangiando modo, cioè quando l’uno, quando l’altro salendo in groppa all’umile cavalcatura, secondo i discorsi che udivano farsi da passeggieri, trovarono alla fine essere il meglio di farla da somieri essi medesimi, attraversando la bestia ad una pertica, e portandola a forza di spalle, anzichè essere da quella portati. E che altro restava loro a fare? Guardici Iddio dal cavare da questo apologo la conseguenza, che a chi voglia prestare orecchio ai discorsi della moltitudine toccherà, o tosto, o tardi, di trovarsi cangiato in bestia da soma; quest’applicazione del vecchio apologo può esser giusta riguardo alcuni casi, ma farebbe male chi volesse estenderla al generale. Un altro proverbio, non so bene quanto vecchio, ma certo ancor esso di data nou punto recente, ne dice: la voce del popolo esser voce di Dio.
Mi ha dato occasione di pensare all’apologo del somiere e dei contadini la bizzarra deliberazione presa a questi giorni da un mio amico, per liberarsi in modo scherzevole dalle continue rimostranze che gli erano fatte in proposito di certa sua barbetta, e di certi suoi mostacchi, che, quando si quando no, quando in una quando in altra guisa, si lasciava crescere sopra la faccia. «Peccato, dicevangli taluni, peccato che non lasci netto da pelame quel volto che la natura gli ha conceduto si regolare ed espressivo! Le fanciulle tutte ne andrebbero pazze, quando invece, così adombrato, ne impauriscono». Non so quanto ci avesse di vero nello spavento delle fanciulle, ma fatto sta che l’amico si tolse dal volto la ridondante vegetazione. Ed eccoti altri amici apostrofarlo: «Ve’, ve’, il bel capriccio! A chi potevano meglio convenire la barba e i mostacchi? Un bel guadagno ci ha fatto la tua faccia dal mostrarsi così nuda e lisciata come di femminetta!» E l’amico, forse per la vanità naturale a tutti gli uomini, e ai giovani singolarmente, torna al proposto di prima, e si lascia crescere barba e mostacchi. Fedeli gli amici tornano alle lagnanze; a tal che il pover’uomo non sapea che si fare per dare nell’umore a persone di sentimento si opposto. Ecco il pensiero che gli è venuto, e cui mise in esecuzione con imperturbabilità degna di essere ricordata in un giornale.
— Qua barbiere, disse a certo Tiberio, uso a radergli la barba ed acconciargli il capo, qua: taglia, a dritta, barba e mostacchi. — Ecco fatto, soggiunse mastro Tiberio, in capo a qualche minuto, e, levato il rasoio da mano destra, mostrava voler rifare la prova alla sinistra. — Sta, soggiunse il giovane; ne ho abbastanza dell’arte tua. — E pagatolo, uscì di bottega, mentre l’altro se ne rimaneva trasognato a pensare, che nuova moda fosse questa di portare il mento e le guancie pilosi alla destra, e lisci alla sinistra. Andato quindi in luogo dove solitamente venivano persone di que’ due contrarii avvisi che ho detto, parlò alle une e alle altre mostrando sempre quella metà di volto ch’era confacente a’ loro desiderii, e tenendo l’altra metà coperta colla mano o col fazzoletto. In seguito fra quelle persone nacque contesa circa il giovane, e siccome molti giudicavano di lui sinistramente o il contrario a cagione del pelo, si le une che le altre si applaudivano del fatto cangiamento. Ne nacquero quindi discorsi contenziosi, affermandosi da questi ciò che quelli negavano; e con eguale ragione, in quanto che ognuno parlava per rispetto a quella metà della faccia che gli era tocco di vedere. Di che il giovane fu contentissimo, avendo messo i suoi amici in quell’imbarazzo in che avevano posto lui stesso altra volta.
Ora, facendomi a ripensare su questo fatterello, dissi fra me e me, disposto di chiamare i miei benevoli lettori a parte, quando che fosse, delle mie riflessioni e non ci sono assai uomini, ai quali conviene mostrarsi non più che di profilo, se vogliono andar ai versi dell’universale? Oh se ci sono! Narrasi di non so qual pittore, che avendo a dipingere non so qual personaggio mancante d’un occhio, togliesse a dipingerlo appunto in profilo, perchè l’arte vi trovasse il suo conto senza scapito alcuno del vero. Questa fu lodevole industria, e richiesta dalla natura stessa del personaggio. Ma spesse volte, anzi le più, non sono tanto le cose per sè stesse che domandino di essere mostrate in profilo, quanto gli uomini che attribuiscono alle cose qualità tali da non poter essere vedute convenientemente che di profilo. Spieghiamoci meglio con qualche esempio.
Gervasio dovette accorgersi per lunga e poco piacevole esperienza, che a voler prendere le persone di fronte, anche in quelle cose nelle quali egli aveva ragione e gli altri torto, non c’era nessun guadagno a fare; e per altra parte il dare vilmente le spalle, venuto che fosse a quistione in cui credesse del proprio obbligo tenere uno o altro avviso, non gli sembrava conveniente alla propria dignità, e gliene sarebbe rimorso la coscienza. Che fare? Mostrarsi di profilo. Oh! si dirà da più d’uno, quest’è come aver doppia faccia, o, con altre parole, mentire. Rispondo. Egli è da vedere di che si tratti. Se di cose essenzialmente importanti, credo anch’io che un tal costume non altro possa meritare che disprezzo; ma se di soggetti frivoli o tenui, e la cui rilevanza non è che arbitraria, questo mostrarsi di profilo parmi bel modo. Di fatti non sempre ogni materia è tale che meriti che l’uomo si metta in contesa co’ suoi simili, il che è un vero male. Allora e buono l’essere né tutto bianco, né tutto nero; e ognuno vi pigli secondo il suo gusto. Quest’è moderazione, anziché ipocrisia. Pur troppo accade però tra gli uomini tutto il contrario il più delle volte! Trattasi di quistioni di nessun conto? Allora vi si mostrano di fronte, e si recano a sommo vanto il tenervi testa, ed anzi vi aizzano, occorrendo, alla pugna. Trattasi invece di argomento rilevante? Se ne stanno perplessi, facilmente accondiscendono all’altrui volontà, si piccano di modestia.
Vi sono argomenti ne’ quali non è possibile il tenersi a mezz’aria, o, come dicesi, in ponte; altri ve ne sono di cui l’affermare per un lato ammette tacitamente la negazione dal lato opposto. Qui non ha luogo l’artifizio de’ profili. Fino a che si tratta di barba e mostacchi, ornamento o ingombro superficiale, può benissimo chicchessia mostrarsi nudo alla destra, e coperto alla sinistra; e quegli che vede la parte spogliata vedere tanto giusto quanto chi la vestita: ma dove la quistione si aggirasse intorno il colorito delle guance, proveniente da buona salute o da malattia, e intrinseco quindi alla condizione generale del corpo, il mostrarsi pallido da un lato e rubicondo dal lato opposto non potrebbe essere senza offesa della verità, e senza inganno per l’uno o per l’altro de’ riguardanti.
Facciasi dunque ragione della sostanza delle cose prima di sentenziare se il mostrarsi di profilo che fanno la più parte degli uomini meriti biasimo o lode. Dico la più parte degli uomini, i quali, da volere a non volere, e tosto o tardi secondo i casi, a tutti conviene che appariscano visibili per metà solamente; dacché quando anche volessimo mostrarci sempre di fronte, non mancano molti fra i nostri simili che ci camminano sempre di fianco, e non vogliono veder di noi che mezza sola la faccia. Accade ciò appunto a coloro che ne vanno innanzi con più franchezza, in quanto questa franchezza medesima impaurisce chi non ha sortito da natura egual forza di temperamento. Quante volte di un discorso pronunziato con mirabile schiettezza non si prendono dagli ascoltatori che le parti accessorie, come le sole che fanno al loro caso! Quest’è guardar le cose di profilo. Anche qui però mi conviene ripetere quanto dissi più sopra. Trattasi di soggetti tenui e in cui può aver luogo l’arbitrio? Guardiamo pur di profilo, ossia mezza sola la faccia di ciò che ci cade sott’occhi. Ma quando la materia sia grave, ricordiamoci che ci corre obbligo di considerarne anche l’altra metà, prima di proferire giudizio alcuno. E come in questo caso corre obbligo ad ogni uomo di mostrarsi di fronte, a chi usasse dell’artifizio di mostrarsi in profilo facciamo girar lato, o rechiamoci sulle guardie, essendo presumibile che ci covi inganno.