Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione/Mandato della Commissione esaminatrice del piano regolatore

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Mandato della Commissione esaminatrice del piano regolatore
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Mandato della Commissione esaminatrice

del piano regolatore


Questa legge naturalmente doveva esigere la pubblicazione del piano regolatore, costituendo esso il concetto e la base di tutto il riordinamento edilizio. Difatti l’articolo 2° della convenzione fra Governo e Comune stabilisce, che innanzi tutto debba quel piano essere sottoposto all’approvazione legale. E l’Amministrazione municipale, confortata dalla deliberazione presa dal Consiglio nella seduta 20 luglio 1881, ordinò al Direttore dell’ufficio tecnico di riassumere e dare perfezionamento al piano regolatore in modo, che riuscisse informato ad unità di concetto, in armonia con quanto è stato eseguito o iniziato, corrispondente ai bisogni accertati dalla esperienza, conforme infine alle idee più vagheggiate, che si vennero manifestando dal 1870 in poi; delle quali l’ufficio possedeva la tradizione, ed avevano formato oggetto di studio continuo.

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La sopraccennata deliberazione, la quale autorizzava la Giunta a far preparare e presentare il disegno definitivo del piano regolatore, riservava però al Consiglio la nomina di una Commissione per esaminarlo. E nella seduta del 9 decembre 1881 avendo appreso, che il piano era terminato (salvo le varianti, che potevano occorrere dopo la scelta delle aree per alcuni edifizi governativi), e che da parte della Giunta era già stato discusso, per farne argomento di proposta, il Consiglio stesso stabilì, che la nomina della Commissione si facesse prima che il piano gli fosse presentato, anche per la economia di tempo, che si sarebbe ottenuta risparmiando al Consiglio di dover fare esso medesimo un esame particolareggiato sopra ciascuna proposta del piano regolatore; tanto più che si trattava di un piano, il quale non è che la riproduzione e la riduzione di quello che qualche anno avanti era stato approvato. Si deliberò pertanto un ordine del giorno nei seguenti termini: «che la Commissione debba essere composta di sette consiglieri, con facoltà di aggregarsi tutte quelle persone, anche estranee al Consiglio, delle quali credesse utile udire il parere.» E infine il Consiglio nella successiva seduta, 12 decembre 1881, nominò i componenti la Commissione nelle persone dei sottoscritti.

Noi ci ponemmo subito all’opera con quell’impegno, che era imposto non solo dalla fiducia, che a Voi, Onorevoli Colleghi, piacque accordarci, ma anche dalla gravità del mandato. Che se abbiamo creduto richiamare alla memoria dei Consiglieri, i quali da molti anni seggono in questo consesso, ed esporre agli altri eletti più recentemente, la lunga storia del piano regolatore e di [p. 16 modifica]ampliamento della Città, ciò facemmo, perchè potesse apprezzarsi meglio la logica e il nesso, tanto del disegno definitivo, sul quale siete ora chiamati a deliberare, quanto delle nostre deduzioni e proposte; le quali, benchè sieno conseguenza di un esame fatto integralmente, non potevano scompagnarsi dal riguardo dovuto alle opere edilizie compiute od iniziate, ed agli intendimenti di tempo in tempo espressi dal Consiglio colle successive approvazioni. Sicchè potrà aversi fino da ora la convinzione, che se vi fu mai progetto esaminato in ogni sua parte, riveduto da Commissioni rinnovate con l’ammissione di persone che voi giudicaste competenti, discusso ripetutamente ed in epoche di vario indirizzo amministrativo dal Consiglio comunale, questo è certamente il piano regolatore della nostra Città.

Teniamo inoltre a far palese, come noi preoccupati sopratutto dal timore, che col piano regolatore si potesse recare oltraggio, anche inavvertito, alle opere e alle memorie antiche, medioevali e storiche, di cui è cotanto ricca la nostra città (alcune delle quali non appariscono, o sono note soltanto agli speciali cultori degli studi archeologici e dei patri monumenti), volemmo che ci assistessero nell’esame del piano, sotto tale punto di vista, i signori, architetto cav. Rodolfo Lanciani e dottor Costantino Corvisieri, ai quali ci piace esprimere qui sinceri e meritati ringraziamenti.

Il fatto fin qui non è poco «meminisse juvabit,» e ciò che rimane a farsi è più assai; ma come per lo passato la Comunale amministrazione non prese sgomento soverchio del trovarsi tutto ad un tratto, ed impreparata, nel turbinìo di cento e mille bisogni da soddisfare, [p. 17 modifica]così può affidare sè e gli altri che proseguirà nell’opera sua con senno e risolutezza.

Ed ora noi v’intratterremo, o Signori Consiglieri, colla esposizione del nostro operato.