Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale/Topografia della Valle di Non/Introduzione

Introduzione

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Topografia della Valle di Non Topografia della Valle di Non - Giurisdizione di Castelfondo

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INTRODUZIONE.


S
e la cognizione delle patrie cose non interessa gli stranieri, ella è necessaria a quelli del paese. Avidamente si ricercano le storie di altri paesi, e si neglige quella della patria, che dopo la religione dovrebbe avere il primo luogo. Perciò abbiamo creduto di dover descrivere le Pievi, che compongono queste Valli. Abbiamo per maggiore chiarezza annessa una mappa, che indica le strade, i torrenti, e luoghi principali, con tralasciare in quella le Ville minori per evitar la confusione con tanti Villaggi.

Dobbiamo avvertire, che quasi tutti i Villaggi sono provveduti di Curati, o Primissarj, ovvero di altri Sacerdoti; ciò avviene anche per la moltiplicità de’ benefizj semplici, che vi si ritrovano. Se riguardiamo le fabbriche di tante chiese Parrocchiali, e figliali, canoniche, castella dei feudatarj, e le case di tanti Villaggi, in pochi edifizi si ravvisa qualche ordine di architettura: la cognizione di questa nobile scienza sembra essere stata assai ristretta: la cagione per cui tante fabbriche riescono malcommode, si è che queste non furono innalzate tutte ad un tratto: molte però nel passato secolo furono rinnovate, e migliorate, come indicheremo ai rispettivi luoghi.

Il vestito della gente si è all’uso italiano, se eccettuansi i quattro Villaggi tedeschi, il cui metodo di vivere e vestire si uniforma al Tirolo tedesco.

Le decime si contribuiscono dell’undecima comunemente, tanto degli arativi, che zappativi terreni, e l’uno sopra quaranta dei novali; queste appartengono ai parrochi, alla Mensa principesca, capitolare, ed ai feudatarj, i quali conseguironle nei secoli di mezzo, o dopo la donazione fatta dal Vescovo Udalrico nell’ istoria accennata a titolo di feudo mensale. Questi feudatarj appartengono alla classe de’ nobili, onde intorno alla nobiltà del nostro paese conviene avvertire, che Ottone ultimo Duca di Merano (l’istoria del quale, e di que’ tempi è assai confusa, ed incerta per mancanza di Scrittori contemporanei) convocò una dieta in Innsbruck l’anno 1234 1 alla quale furono invitati li due Vescovi di Trento, e [p. 88 modifica]Bressanone co’ loro Capitoli, il Commendatore provinciale dell’Ordine Teutonico, ed i principali del paese: nell’anno 1361, e nel 1474 furono tenute altre diete generali: ora da’ registri dell’archivio d’Innsbruck abbiamo li nomi de’ principali, che intervennero a queste diete, e tra questi si ritrovano Thunn, Firmian, Clös, ossia Cles, Spaur, Arz, Khuen, senza parlare delle estinte famiglie, e di altre del Trentino.

Queste convocazioni diedero l’origine alla presente matricola del Tirolo; e siccome in progresso ottennero de’ privilegi, molti cercarono di aggregarvisi, onde ritroviamo, che il catalogo dell’anno 1798 contiene 654 famiglie. Molti furono aggregati per meriti, altri per onore, e diversi pagando certa tassa; tra li privilegi si conta la caccia bassa, la pesca colla pacchetta, e diverso titolo nelle cancellerie.

Se poi si volesse rintracciare lo stato attuale della presente nobiltà della matricola, tralasciando le moltissime famiglie estinte, e tant’altre, che passarono in altri Stati, e nel Tirolo non sono più domiciliate, questa matricola, ossia designazione de’ nobili, al presente si ridurrebbe a circa 150 famiglie.

L’Augusto Francesco II. l’anno 1802 concesse un uniforme di città, e di campagna alla suddetta nobiltà.

Per ritornare poi a’ secoli di mezzo, non appare che nel Tirolo siano stati tenuti de’ tornei, o giostre, a cui venivano invitati li personaggi più distinti; dal che si rileva la nobiltà delle antiche famiglie: onde nacquero le parole tedesche Turnier, und Stiftmässig, che significa abili ad intervenire alli tornei, e pie fondazioni, come osserva Boehmero I. E. P. t. 2. L. III. tit. 5. §. 89.

Questi tornei, ossia giostre, e giuochi cavalereschi si tenevano solamente nelle grandi città: tali giuochi poi cessarono sotto Federigo III.2

Questa si è l’epoca della nobiltà tirolese. Il Conte Brandis, e Mattia Brucklenero nelle loro opere in tedesco scrivono diverse altre cose più antiche, che noi lasciamo nel suo essere, avvertendoci Gerardo di Roo ne’ suoi Annali austriaci di non esser troppo indulgenti a noi medesimi3 sull’antichità di famiglie.

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E vaglia il vero, come osserva Muratori nella prefazione alle antichità Estensi, una famiglia, che può recar prove di sua nobiltà sino da otto secoli, è già tra le cospicue, e non ha bisogno di favole per illustrarla.

Prima di mostrare la nobiltà d’una famiglia, conviene dimostrare la sua esistenza civile: abbiamo veduto, che sotto i Longobardi andarono in disuso li cognomi : Il Muratori 4fa vedere "che nei secoli decimo, undecimo, e più nel duodecimo si cominciò ad aggiungere al nome del Battesimo qualche altro nome, o cognome, per distinguere insieme due, o più persone, che portassero lo stesso nome, prendendo tal giunta o da qualche avventura, dalla patria, dal padre, dalla signoria di qualche feudo, castello, contado."

Ora da che il Vescovado di Trento fu eretto anche in Principato, i Principi Vescovi impiegarono questi feudatarj in tutti gli ardui affari; e per li servizj, che loro prestarono, tanto nelle spedizioni cogli Augusti Imperatori, e l’Impero, quanto col Patriarca d’Aquileja, li riconobbero con nuovi feudi, e titoli d’uffizi ereditarj; ed all’estinguersi qualche famiglia, ne investivano una delle recenti, rendendosi con ciò più attaccati li feudatarj.

La chiesa trentina già alla metà del quinto secolo 5 apparteneva alla Metropoli d’Aquileja; indi questo Metropolitano prese il nome di Patriarca, ed il primo scrittore, che gli dà tal nome, si è Paolo Diacono; nell’undecimo, e nel duodecimo secolo per le concessioni degli Augusti divenne assai potente nell’ Istria, e nel Friuli a segno, che mosse la guerra a’ veneziani; questa si riaccese, e nel 15.mo secolo 6 fu depresso il Patriarca, che dovette trasportar la sua sede a Udine. Ma i veneziani volendo aver un Patriarca sempre di loro nazione, l’Augusta Casa d’Austria s’oppose; dopo molte vicende Benedetto XIV. a richiesta di M. Teresa soppresse intieramente l’anno 1751 il Patriarcato, ed eresse due Arcivescovadi uno a Gorizia per gli austriaci, e l’altro a Udine per i veneziani. I Vescovi di Trento suffraganei antichi d’Aquileja non riconobbero la giurisdizione dell’Arcivescovo di Gorizia sopra d’esso loro, ed in caso d’appello le cause passavano ai Tribunali di Roma: ciò basti per cognizione degli sconcerti sofferti dai Vescovi di Trento per cagione di questo Patriarcato.

Ritornando alla nobiltà delle Valli, un’altra classe se ne conta, che non sono feudatarj, dispersi ne’ Villaggi, e di questi si formò l’anno 1750 sotto il governo del coadiutore Conte di Firmian una matricola; di tali nobili ne furono inseriti in seguito anche in quella del Tirolo.

De’ nobili rurali abbiamo parlato nella Storia.

Altra classe formano i causidici, medici, chirurghi, speziali, mercanti, droghieri, e professionisti dispersi ne’ Villaggi, mentre il resto della popolazione è impiegato nell’agricoltura; con che crediamo aver data una sufficiente notizia dello stato sociale di queste Valli. [p. 90 modifica] Partirono dal paese diversi soggetti negli ultimi tempi, e sortirono luminosi impieghi, o si distinsero nelle lettere, e questi verranno accennati nei luoghi della rispettiva nascita: de’ passati ne parlò il P. Bonelli nelle sue trentine notizie.

Si meraviglierà da molti, che ritrovandosi in queste Valli tante castella, noi non abbiamo visitati, nè citati i loro documenti; ma bisogna avvertire, che la scarsezza de’ notaj ne’ secoli di mezzo, e l’ignoranza de’ tempi furono le cagioni del tramandarsi pochi documenti; oltre di ciò tanti ne perirono per gl’incendj, e saccheggi degli stessi castelli, e per le peripezie delle famiglie: pochi che siano genuini se ne ritrovano del secolo XIII., e questi contengono locazioni, compre, investiture di livelli, che sono molti in queste Valli, e cose particolari delle famiglie; da essi poi non si hanno fatti generali concernenti queste Valli.

Il solo archivio vescovile di Trento può dirsi, che contenga i più importanti documenti del Trentino, molti de’ quali sono stati pubblicati nelle notizie trentine, quali da noi sono stati citati.

Prima di descrivere le Parrocchie dobbiamo avvertire, che noi le ritroviamo già tutte esistenti, ed al presente sono dello stesso numero, che furono già l’anno 1336.

In quell’anno Enrico III. Vescovo tenne un Sinodo Diocesano 7 in Trento, e si leggono le sottoscrizioni de’ Parrochi, che al presente senza altro cangiamento ne’ tre quartieri delli Valli, esistono.

  1. Nell’ Almanacco tirolese dell’ anno 1803 stampato in Vienna pag 126. e seguenti si ritrova un’ erudita dissertazione intorno a questo Ducato di Merano nel Tirolo. L’ Autore cerca di dimostrare, che questo Ducato nel Tirolo non abbia mai esistito. Lo schiarimento di ciò non aspetta a noi: egli anzi crede sospetta la convocazione di questa Dieta medesima, mentre Hundio nella sua Metropoli di Salisburgo scrive, che a questa intervenne Gerardo Vescovo di Trento tra li altri, dovecchè questo Vescovo era a quell’ epoca già morto. Ma Monsignor Gentilotti, l’ anno 1704 Prefetto della Biblioteca Cesarea, che fu dal medesimo ridotta in ordine, aveva avuto alle mani un’edizione più antica di Hundio, e leggeva: l’ anno 1223 (Monumenta Eccles. Trident. pag. 58.) onde la Dieta potè essersi celebrata senza l’esistenza del Ducato Meranese nel Tirolo, e può essere che l’anno 1234 sia stato inserito per errore nelle seguenti edizioni di Hundio.
  2. Struvius Corp. Hist. Germ. Period. X. pag. 917. Ejusdem Imp. temporibus, ludi antiquorum equestres, vulgo dicta Torneamenta cessarunt, ultimaque a 1487 Ratisbonæ, atque Wormatiæ dicuntur esse celebrata. Causæ fuisse videntur nimii sumptus, qui in dictos ludos impendendi erant, maximæ vero inventio pulveris pyrii, quo ipso pristina exercitia militaria plane desinebant.
  3. Annales Aust. edit. OEniponti 1692 in fol. pag. 1. Non probari mihi illorum studium, qui dum illustres sua ætate familias nimis vetustas facere satagunt; ultra omnem historiarum memoriam provecti, aut fabulosa pro veris asserunt, aut conjecturas adferunt ex rebus, quas versare in omnes opiniones licet. Scrive inoltre il celebre Mabillone Lib. 11. cap. 7. de Re Diplom. sub finem sæculi decimi, sed maxime sæculo undecimo ineunte, cognominum usum frequentari cœpisse. Per conseguenza grossolanamente s’ingannano coloro, che pensano aver trovati cognomi ne’ secoli precedenti, di modo che regolarrnente s’ha da tenere per falsa qualunque carta, che ce li rappresenta prima del mille.
    Muratori Dissertaz. sopra le antichità Ital. 41. pag. 559.
  4. Loc. cit. Parte I. cap. XXVI.
  5. Reschius Annal. Sabinionens. Sæculo IV. n. 15. Verona illustrata Lib. X. pag. 283.
  6. Büsching Geograf. t. VI. pag. 477.
  7. Notizie di Trento V. II. pag. 696.