Per ogni oncia di carne, che ho addosso
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
LXXXIX
L’economia gli è insopportabile.
Per ogni oncia di carne, che ho addosso,
e’ ho ben cento libre di tristizia,
né non so che si sia a dir letizia:
4cosí mia donna mi tène ad escosso.
Pare ch’ella mi franga d osso in osso,
quando mi dice: — Fa’ben massarizia,
e po’ ti darò denari a divizia: —
8anzi vorrei esser giltat’a un fosso.
E non m’è viso ch’e’sia altro inferno,
se non la massarizia maledetta;
11e piú mi spiace, che’l piover d’inverno.
Ma quale è vita santa e benedetta,
secondo i gran medici di Salerno?
14S’tu vói star san, fa’ ciò, che ti diletta.