Pensieri e discorsi/La messa d'oro/VII
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VII.
O viandanti dell’umano destino, o classi, o popoli, tristo quel tesoro, che a voi scopersero Colombo e Livingstone, che a voi trovarono Watt e Volta, tristo quel tesoro, se fa diminuire e svanire l’amore che già nasceva e cresceva in voi, nel vostro cammino così faticoso! II popolo che precede, vuol respingere il popolo che segue, e questo vuole ricacciar quello. E ogni popolo ha classi che si sono spinte avanti e classi che rumoreggiano alle spalle delle prime. E tutti, sì i popoli e sì le classi, sembrano preferire la guerra e la lotta al godere il tesoro della pace in pace. E persino le classi dei popoli i quali sono più lontani dal tesoro, che lo intravedono appena nella lontananza dell’avvenire, rissano ferocemente tra loro per contendersi quello che non è ancor loro, che non si sa se sarà mai loro. Più ferocemente degli altri, rissano, mettendo così ancor più in dubbio la sorte di giungere a quel fine! Guerra e lotta! come se ognuno, giudicando da sè, credesse sparito nel cuor dell’altro ogni sentimento che non sia del più lupigno egoismo! Lotta! Per aver giustizia, bisogna gettare la libertà: non c’è altra via! Facciamo come il miserabile che d’inverno procaccia di farsi mettere in prigione per mangiare il pane! Mettiamoci tutti in carcere per avere ognuno, di questo gran tesoro, la giusta parte! E guerra! per proteggere con migliaia e migliaia di cadaveri stillanti in silenzio il loro sangue giovanile, per seppellire sotto la lor morte questo gran tesoro di civiltà, che non sarà mai più loro... nè vostro!