Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/894

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[p. 246 modifica] è dannosa la soverchia ristrettezza e piccolezza, o poca importanza e pregio delle società, dei corpi, dei partiti ec. E riguardo all’altro capo, cioè la poca utilità delle virtú che si rapportano al bene o agl’interessi [p. 247 modifica]qualunque di pochi, o poco importanti ec., questa è la ragione per cui non sono lodevoli, anzi spesso dannosi i piccoli corpi, società, ordini, partiti, corporazioni, e l’amore e spirito di questi negl’individui. Giacché le virtú e i sacrifizi a cui questi amori conducono l’individuo, sono piccoli, ristretti, bassi, umili, e di poca importanza, vantaggio ed entità. Inoltre nuocono alla società maggiore, perché siccome l’amor di patria produce il desiderio e la cura di soverchiare lo straniero, cosí l’amore de’ piccoli corpi, essendo parimente di preferenza, produce la cattiva disposizione degl’individui verso quelli che non appartengono a quella tal corporazione, e il desiderio di superarli in qualunque modo. Cosí che nasce la solita disunione d’interessi e quindi di scopo, e cosí queste piccole società, distruggono le grandi, e dividono i cittadini dai cittadini, e i nazionali dai nazionali, restando tra loro la società sola di nome. Dal che potete intendere il danno delle sette, sí di qualunque genere, come particolarmente di queste famose moderne e presenti, le quali ancorché studiose o in apparenza, o, poniamo anche, in sostanza del bene di tutta la patria, si vede per esperienza, che non hanno mai fatto alcun bene e sempre gran male e maggiore ne farebbero se arrivassero a prevalere, e conseguire i loro intenti; e ciò per le dette ragioni e perché l’amor della setta (fosse pur questa purissima) nuoce all’amore della nazione ec. Vedi p. 1092, principio. Resta dunque che l’egoismo sociale abbia per oggetto una società di tal grandezza ed estensione, che, senza cadere negl’inconvenienti delle piccole, non sia tanto grande, che l’uomo, per cercare il di lei bene, sia costretto a perdere di vista se stesso;