Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/892

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[p. 245 modifica] ma verso il concittadino, il compagno ec.

2°, Per qual cagione l’amore universale sia un sogno non mai realizzabile risulta dalle cose dette in questo discorso, e l’ho esposto già in altri pensieri. Ora, non potendo il vivente senza cessar di vivere spogliarsi né dell’amor proprio né dell’odio verso altrui, resta che queste passioni prendano un aspetto quanto si può migliore; resta che l’amor proprio dilati quanto piú può il suo oggetto (ma non può troppo dilatarlo senza perdersi il se stesso ch’è indivisibile dall’uomo, e quindi ricadere inevitabilmente nell’amor di se solo); e che l’odio verso altrui si allontani quanto piú si può, cioè scelga uno scopo lontano. Questo avviene per la prima parte, quando l’individuo trova una comunione e medesimezza d’interesse con quelli che lo circondano; e per la seconda, quando egli non trova la principale opposizione a questo interesse se non ne’ lontani. Ecco dunque l’amor patrio e l’odio degli stranieri. E per tutte queste ragioni, io dico, che stante l’amor proprio e l’odio naturale dell’uomo verso altrui, passioni che lo rendono [p. 246 modifica]per natura indisposto alla società, una società non può sussistere veramente, cioè essere effettivamente ordinata al suo scopo ch’è il ben comune di tutta lei, se le dette passioni non prendono il detto aspetto, cioè: la società non può sussistere senz’amor patrio ed odio degli stranieri. Ed essendo l’uomo essenzialmente ed