Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/770

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[p. 176 modifica] nelle altre nazioni si cerca ed è pregio il distinguersi, in quello è pregio e necessità il rassomigliarsi, anzi l’uguagliarsi agli altri e ciascuno a tutti e tutti a ciascuno. Queste ragioni, rendendogli timidi dell’opinione, del ridicolo ec., e scrupolosi osservatori delle norme prescritte e comuni nella vita, li rende anche superstiziosi, timidi, schivi affatto di novità nella lingua. Ma tutto ciò quanto alle sole forme e modi, perché [di] questi soli sono stati fra loro determinati e prescritti i termini, assai ristretti, dentro i quali convenga contenersi e fuor de’ quali sia interdetto ogni menomo passo. E cosí quanto allo stile uniforme si può dire in tutti, e in tutti i generi di scrittura, anche nelle traduzioni ec. tirate per forza allo stile comune francese ancorché dallo stile il piú renitente e disperato; e quanto insomma all’unità del loro stile e del loro linguaggio che ho notata altrove. Ma non quanto alle parole, nelle quali, restata libera in Francia la facoltà inventiva e il derivare novellamente dalle proprie fonti sempre aperte sinché la lingua vive, la lingua francese cresce di parole ogni giorno e crescerà. Che se le cavassero sempre dalle proprie fonti o con quei rispetti che si dovrebbe, non avrei luogo a riprenderli, come ho fatto altrove, e della corruzione e dell’aridità a cui vanno portando la loro lingua.