Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/632

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Dunque, in un essere semplicissimo e senza parti non c’è maggior principio né ragione d’immortalità, di quello che sia nella materia e nell’essere il piú composto possibile.

Ma se per principio d’immortalità in un ente semplice e senza parti intendono l’impossibilità di [p. 103 modifica]cangiar natura, e per perire non intendono l’annullarsi, giacché neanche la materia si può naturalmente annullare, e tanta materia esiste oggi né piú né meno quanta è mai esistita, ma intendono il risolversi nei suoi elementi; dico io che quelle semplicissime sostanze, delle quali la materia e qualunque cosa composta deve necessariamente constare, non possono neppur esse risolversi né cangiar natura, ancorché divise in quante parti e quanto menome si voglia. E la quantità di queste parti sarà sempre la stessa e però di quelle primitive sostanze, ancorché materiali, ancorché divise quanto si voglia, esisterà sempre la stessissima quantità, o divisa o congiunta che sia; e tutta questa quantità, e perciò tutta quella sostanza sarà sempre della stessissima natura. In maniera che anche per questa parte, una sostanza supposta semplicissima e immateriale, non può contenere