Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/577
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del governo monarchico in particolare. È un’istituzione arbitraria, ascitizia, derivante dagli uomini e non dalle cose; e quindi necessariamente dev’essere instabile, mutabile, incerta e nella sua forma e nella durata e negli effetti che ne dovrebbero emergere perch’ella corrispondesse al suo scopo, cioè alla felicità della nazione.
1°, Tutto quello che non ha il suo fondamento nella natura della cosa ha un’esistenza sostanzialmente precaria. La cosa può restare e la modificazione perire, alterarsi, dimenticarsi, abbandonarsi, diversificarsi in mille guise, non ottenere il suo scopo, restare quanto al nome e all’apparenza, non quanto al fatto. Insomma, le convengono tutte quelle proprietà, che nelle scuole si attribuiscono all’accidente e che lo definiscono. Di piú, ancorché resti, e resti in tutta la sua relativa perfezione o integrità, difficilmente può giovare e valere e tornare in bene, non avendo la sua propria ragione nell’essenza e natura della cosa.
2°, La ragione e l’essenza della monarchia consiste in questo, che alla società è necessaria