Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/558

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[p. 61 modifica] l’azzardo della nascita o di una scelta parimente, si può dir, casuale, perché diretta da tutt’altro che dal vero, si combinasse a cadere appunto in quest’uomo sommo e quasi unico, difficilissimo a trovare anche mediante la piú matura considerazione e cura? Tanto piú che la corruzione della società esigeva allora in un perfetto principe maggiori e piú difficili qualità che per l’addietro: cosí che non solo il buono era piú straordinario di prima, ma inoltre un principe che sarebbe stato perfetto una volta, non era piú sufficientemente perfetto per allora.

La perfezione dunque del principe, cosa essenziale alla monarchia, non fu piú né considerata, né possibile, né effettiva, e non entrò piú nell’ordine della società. E siccome, oltre che la perfezione era rarissima, il principe era tale in forza non della perfezione, ma del caso, perciò egli poteva non solo non essere il migliore, ma anche il peggiore degl’individui; e ciò non solo per accidente, ma anche perché la natura della sua condizione, il potere, l’adulazione ec. contribuivano