Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4343

Pagina 4343

../4342 ../4344 IncludiIntestazione 9 gennaio 2020 100% Saggi

4342 4344

[p. 286 modifica] evidentemente alla geografia omerica, e mostra come fosse propria della geografia poetica greca e latina. Fu anche seguita da vari scrittori dell’una e dell’altra lingua, in prosa; e fino da Procopio, il quale comprende l’Affrica nell’Asia, laddove gli antichi la mettevano nell’Europa. Vedi anche Berkel., ad Steph. Byz., p. 383, ed Uckert, Geographie der Griechen und Roemer, t. I, parte 2, p. 280, richiamati in nota dal Letronne (Firenze, 13 agosto 1828).


*    Dalle bellissime ed acutissime osservazioni del Wolf (Prolegom. ad Homer., §.17, Halis Saxonum, 1795, vol. I, p. lxx-lxxiii) dalle quali risulta che, secondo ogni verisimiglianza, il principio della cultura della prosa e le prime opere di prosatori appresso i greci, furono contemporanee all’epoca in cui la scrittura appresso i medesimi divenne di comune uso, e tale da poterne far de’ volumi; anzi che scripturam tentare et communi usui aptare plane idem videtur fuisse, atque prosam tentare et in ea excolenda se ponere (p. lxxii), il che accadde sul principio del sesto sec. avanti G. C. (p. lxx); da queste osservazioni, dico, si raccoglie la vera causa del fenomeno, in apparenza singolare, che presso tutte le nazioni, nel loro primo ingresso alla civiltà, la letteratura poetica ha preceduto la prosaica: fenomeno osservato da moltissimi, da nessuno, né prima né dopo Wolf, bene spiegato, e tuttavia naturalissimo, [p. 287 modifica]ovvio e semplicissimo. Chi potea mai pensare a comporre in prosa prima dell’uso (facile, comune, in carta o simili materie portabili, non in bronzo o marmo o legno) della scrittura? come conservare tali composizioni? Parlare in prosa, anche a lungo, si poteva, e parlavasi, raccontavasi in