Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4308
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Ginguené, t. VI, p. 229, nota (Pisa, 19 maggio 1828).
* Corpusculum per corpus. M. Aurelio in Frontone (ad Marcum Caesarem et invicem, lib. V, ep. 47, 55, ed. Rom., 1823, p. 135-37). Notisi che M. Aurelio era stoico.
* Expergitus per experrectus. Front., Princip. histor., ed. Rom., p. 319, v. 9.
* Arcus intenditus per intentus. Ib., De feriis alsiensibus, ep. 3, p. 208, v.15.
* Il codice frontoniano ha dilibutus, e tre volte dilectus per delibutus e delectus. Cosí noi dilicato, e di proposizione per de. Al che spettano que’ verbi latini digredior, diverto, diminuo, distillo, distringo, divello (e simili): tutti i quali nel detto codice si trovano scritti per de.
* M. Aurelio nelle lettere a Frontone chiama costantemente Faustina sua moglie, domina mea (la mia donna). Vedi il luogo di Epitteto, di cui altrove.
* Leggendo la curiosa lettera di Vero a Frontone (ad Ver. imp., ep. 3, ed. Rom.), in cui lo prega di scrivere la storia delle gesta di esso Vero nella guerra partica, mi par proprio di leggere una lettera di qualche moderno scrittore a un giornalista sopra qualche sua opera. Lo stesso amor proprio, esagerazione, noncuranza del vero ec. E in verità quella lettera (vedi anche quella di Cicerone a Lucceio) ci mostra quanto dobbiamo fidarci di storie, anche contemporanee. Ma che differenza tra gli antichi e i moderni ancor qui! Questi raccomandano 1o, delle operucce, 2o, a un giornalista, 3o, per un articolo; quelli: 1o, de’ fatti militari o civili, 2o, a uomini famosi, 3o, per una storia ec. ec. La lettera di Vero è senza niuna diversità nell’edizione milanese e meriterebbe di esser citata tradotta (Firenze, anniversario del mio primo arrivo a Firenze, 1828, 21 giugno).