Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4293
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* L’estrema imperfezione dell’ortografia francese è confessata in modo très-éclatant dagli stessi francesi con que’ loro dizionari che contengono la prononciation figurée, cioè rappresentata in modo piú conforme all’alfabeto ed alla ragion naturale. Che si dee pensare della scrittura di una nazione, la quale scrittura ha bisogno di essere scritta in un altro modo, di essere rappresentata con un’altra scrittura, e ciò alla stessa nazione, acciò che questa intenda ciò che quella significa? giacché l’intendere come essa vada pronunziata, non è altro che intendere il suo valore (Firenze, 21 settembre 1827).
* Se fosse possibile che io m’innamorassi, ciò potrebbe accadere piuttosto con una straniera che con un’italiana. Quel tanto o di nuovo o d’ignoto che v’ha ne’ costumi, nel modo di pensare, nelle inclinazioni, nei gusti, nelle maniere esteriori, nella lingua di una straniera, è molto a proposito per far nascere o per mantenere in un amante quella immaginazione di mistero, quella opinione di vedere e di conoscere nella persona amata assai meno di quello che essa nasconde in se stessa, di quel ch’ella è, quella idea di profondità, di animo recondito e segreto, ch’è il primo e necessario fondamento dell’amor piú che sensuale. Oltre alla grazia che accompagna naturalmente ciò ch’è straniero, come straordinario (Firenze, 21 settembre 1827).
* Doucereux.
* Una voce o un suono lontano, o decrescente e allontanantesi a poco a poco, o echeggiante con un’apparenza di vastità ec. ec., è piacevole per il vago dell’idea ec. Però è piacevole il tuono, un colpo di cannone, e simili, udito in piena campagna, in una gran valle ec., il canto degli agricoltori, degli uccelli, il muggito de’ buoi ec. nelle medesime circostanze (21 settembre 1827).