Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4177

Pagina 4177

../4176 ../4178 IncludiIntestazione 23 aprile 2019 100% Saggi

4176 4178

[p. 107 modifica] sentono o, vogliamo dire, sentissero, certo è che il non essere sarebbe per loro assai meglio che l’essere (Bologna, 22 aprile 1826).


*    Avisé per accorto ec. Être osé per oser. Voltaire.


*    Il piacere delle odi di Anacreonte è tanto fuggitivo, e cosí ribelle ad ogni analisi, che per gustarlo bisogna espressamente leggerle con una certa rapidità, e con poca o ben leggera attenzione. Chi le legge posatamente, chi si ferma sulle parti, chi esamina, chi attende, non vede nessuna bellezza, non sente nessun piacere. La bellezza non istà che nel tutto, sí fattamente che ella non è nelle parti per modo alcuno. Il piacere non risulta che dall’insieme, dall’impressione improvvisa e indefinibile dell’intero (Bologna, 22 aprile 1826).


*    Poi che s’accorse chiusa dalla spera Dell’amico piú bello. Petrarca, Son. 79 della prima parte. In mezzo di duo amanti onesta, altera. Grecismo manifesto. Nòtisi che il Petrarca non sapeva il greco. [p. 108 modifica]


*    Transgredior, transgressus-transgresser.


*    Réviser (rivedere): al detto altrove di avvisare ec.


*    Frango is - nau-fragor aris.


*    Alla p. 4142. Niente infatti nella natura annunzia l’infinito, l’esistenza di alcuna cosa infinita. L’infinito è un parto della nostra immaginazione, della nostra piccolezza ad un tempo e della nostra superbia. Noi abbiam veduto delle cose inconcepibilmente maggiori di noi, del nostro mondo ec., delle forze inconcepibilmente maggiori delle nostre, dei mondi maggiori del nostro ec. Ciò non vuol dire che esse sieno grandi, ma che noi siamo minimi a rispetto loro. Or quelle grandezze (sia d’intelligenza, sia di forza, sia d’estensione ec.), che noi