<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4077&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204061323</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/4077&oldid=-20161204061323
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 4077 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 454modifica] contemporanee, cosa che poiché era tanto ricercata da un canto dall’ambizione, dall’altro [p. 455modifica]dall’adulazione, non doveva essere al tutto senza qualche effetto di persuasione in qualche parte del popolo, dimostra quanto poca distanza e diversità di natura ponessero gli antichi fra il divino e l’umano, senza di che non sarebbe stato possibile che una tale assurdità fosse pur venuta loro nella mente. Certo né anche a’ piú barbari, ignoranti e superstiziosi tempi del cristianesimo, niuno pensò né avrebbe potuto pensare o di far credere ad alcuno o solamente di dire per adulazione o per altro qualunque motivo che una persona non solo contemporanea, non solo viva, ma morta ed antica e famosa pure per santità e per qualsivoglia virtú o dignità, potenza ed opere vere o credute, fosse stato trasformato o dovesse trasformarsi, non dirò nella natura divina, ma neanche nell’angelica. E qual cristiano avrebbe osato fare sopra qualsivoglia principe cristiano o no, fosse stato anche molto piú grande e formidabile e piú despotico di Augusto, ed esso molto piú adulatore e piú vile di tutti gli uomini di quel secolo, un distico simile a quello attribuito a Virgilio: Nocte pluit tota ec.? Qual principe cristiano sarebbesi fatto rappresentare cogli attributi non dirò dell’Eterno Padre o del Figliuolo, ma d’un Angelo o di un Apostolo, come gl’imperatori, i loro parenti, i loro favoriti, si facevano scolpire, dipingere ec., o erano dipinti e scolpiti per adulazione, non pur dopo morte, ma in vita, cogli attributi e sotto la forma di Ercole, (anche una donna è nel Museo Vaticano rappresentata in istatua sotto questa forma, cioè con clava, pelle di leone ec.), di Venere, di Mercurio e simili. Lascio i templi, gl’idoli ed altari eretti a’ viventi appo i Romani, con culto, sacrifizi e onori regolari e giornalieri al tutto divini, con flamine apposta