Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4052
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i manoscritti originali, anche de’ piú dotti uomini de’ migliori secoli, e in particolare e nominatamente quelli dell’Ariosto e del Tasso, che son pur tanto ripieni di correzioni, presentano una stortissima e scorrettissima ortografia, con errori tali che oggi non commetterebbe il piú imperito scrivano o fanciullo principiante, e una stessa voce v’è scritta ora con una, ora con altra, ora con altra ortografia (21 marzo, domenica terza di Quaresima, 1824).
* La ricchezza e varietà e potenza e fecondità della lingua italiana non solo s’ha a considerare nella copia de’ suoi vocaboli e modi e nella gran facoltà di formarne, ma eziandio nella gran moltitudine e varietà di tipi per cosí dire o conii che ella ha per poter formare voci e modi di uno stesso genere di significazione (formati già moltissimi, e da potersene formar con giudizio, sempre che si voglia e bisogni). Servano di esempio le tante desinenze frequentative o diminutive o disprezzative ec. de’ verbi da me annoverate altrove. Le tante diminutive dei nomi ec. ec. Nella quale abbondanza di conii la lingua nostra vince d’assai, nonché le lingue sorelle, ma la latina e la greca, e forse qualunque lingua del mondo antica o moderna. Né questa abbondanza produce confusione né indeterminazione, perché detti conii sebbene sommamente moltiplici in ciascun genere, sono però di qualità e di valore ben determinato ed applicato e appropriato al suo genere di significazione (21 marzo 1824).
* Κύμβον, κύμβη - κυμβίον, κυμβαῖον, κυμβεῖον, diminutivi positivati in certe significazioni. Vedi lo Scapula (22 marzo 1824).
* Diminutivi positivati. Limon, limoneux-limus (23 marzo 1824). Vedi la pag. seguente, capoverso 1.
Lixi-v-ia, lixi-v-ium - lexia o legia, spagnuolo (23 marzo 1824).
* Tomber, tumbar spagnuolo co’ derivati e composti ec. - tombolare coi medesimi (23 marzo 1824).