Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3830

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[p. 214 modifica] di quella che dobbiamo avere di noi, e le ragioni di quella si applichino al caso nostro, ché ben vi sono applicabili ec.


     Del resto tutto quello ch’io [ho] ragionato in piú luoghi circa la presente (ec). condizione della letteratura e lingua italiana; circa il mancar noi di lingua [p. 215 modifica]e letteratura moderna, di filosofia ec.; circa la condizione in cui si troverebbe oggidí un grande e perfettamente cólto ingegno italiano, la necessità che avrebbe di crearsi una lingua, di creare una letteratura ec., il come e quale gli converrebbe crearle, e con quali avvertenze ec. ec., tutto con lievi e accidentali diversità intendo altresí dirlo degli spagnuoli. E viceversa la considerazione di questi può e dee molto servire, sí a noi, sí anche agli stranieri, per giudicare e formarsi una giusta idea dello stato d’Italia e degl’ingegni italiani (se ve ne fossero) rispetto alla lingua, letteratura, filosofia ec. Le lingue e letterature italiana e spagnuola, le piú conformi forse del mondo per mille altri titoli, come ho mostrato altrove (e cosí le nazioni ec.), lo sono altresí per la loro storia, e pel loro stato presente e passato ec. Ed altrimenti infatti non avrebbero avuto fra loro quelle conformità intrinseche che hanno, o certo non in tal grado, né cosí durevolmente ec. ec. (4 novembre 1823).


*    Alla p. 3830, fine. Sicché di ciascun verbo in asco si può sicuramente dire che viene da un verbo della prima, e non d’altra coniugazione, della quale è segno caratteristico l’a precedente la desinenza in sco; e cosí rispettivamente dite de’ verbi