<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3822&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171228143332</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3822&oldid=-20171228143332
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3822 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 207modifica] de’ lettori oggidí è generalmente poco atta a ricevere forti, cioè intime e durevoli impressioni: il che è quello ch’io diceva, e il proposito di questo discorso. E quel movimento delle poesie e de’ poeti che spetta solamente o principalmente all’immaginazione, sia che nasca da essa sola nel poeta, e in essa sola abbia avuto luogo, sia che in essa sola possa agir ne’ lettori e ad essa sola comunicarsi (questo è più probabilmente il caso nostro, perché io credo che Lord Byron veramente senta, non solo immagini, anzi l’eccesso e la straordinaria forza e qualità de’ suoi sentimenti sia quel che gli noccia) difficilmente e in piccola parte e
[p. 208modifica]poco gagliardamente si comunica ai lettori d’oggidí. Diversamente certo accadeva negli antichi (lo vediamo infatti anche oggi ne’ fanciulli e ne’ giovani ancora inesperti del mondo, o nella prima gioventú, quando ella in pratica, ancor non filosofa, come tutti fanno nell’altre età, o dopo l’esperienza; cioè tutti oggi filosofano, quanto alla vita ec., chi in teoria e in pratica, chi in questa sola). Oggi anche gli antichi sommi poeti presto ci stancano e lasciano in secco, se e quando non sono che immaginosi, ancorché in questo medesimo sommi, straordinarii e pieni d’arte. Le poesie di Lord Byron molto piú e piú presto ci stufano e lascian freddi, per la grande uniformità che vi si sente, la quale può esser vera, e nascere da mancanza della vera e sottile arte poetica (sí bene e distintamente conosciuta e sí eccellentemente e maestrevolmente praticata dagli antichi); e può anche esser che sia apparente, e nasca solo dal continuo eccesso in ogni cosa, dalla continua intensità, dal continuo risalto