<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3792&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925110411</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3792&oldid=-20150925110411
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3792 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 180modifica] tanto contraria e ripugnante alla natura quanto il suicidio, conforme di sopra (p. 3784) si è detto, dall’altro lato priva affatto di esempio e di analogia in qualsivoglia altra specie conosciuta, sia inanimata o animata, sia d’animali insocievoli o de’ piú socievoli dopo l’uomo. Che una specie di cose distrugga e consumi l’altra, questo è l’ordine della natura, ma che una specie qualunque (e massime la principale, com’è l’umana) distrugga e consumi regolarmente se stessa, tanto può esser secondo natura, quanto che un individuo qualunque sia esso stesso regolarmente la causa e l’istrumento della propria distruzione. Cani, orsi e simili animali vengono molte fiate a contesa tra loro, e fannosi non di rado del male, ma rado è che una bestia sia uccisa dalla sua simile, anzi pur che ne soffra piú che un male passeggero e curabile. E quando pur ne rimanga uccisa, primieramente questo è un di quei disordini affatto accidentali, non voluti, ma neanche provvedibili dalla natura, e di cui ella non ha colpa, accadendo e contro le sue intenzioni e contro le sue provvisioni, che, benché non in quel caso particolare, nel generale però riescono sufficienti ed ottengono il loro fine. Questo caso, rispetto alla natura e all’ordine sí generale delle cose, sí generale della specie, è cosí accidentale come se un animale ammazza un suo simile involontariamente, inscientemente ec., o se ammazza nello stesso modo qualche animale d’altra specie ec., o s’è ucciso dalla caduta di un albero, o da un fulmine, o da morbo ec. ec. ec. [p. 181modifica]Secondariamente che proporzione, anzi che simiglianza può aver l’uccisione di uno o di quattro o dieci animali fatta da’ loro simili qua e là sparsamente, in lungo intervallo, e per forza di una passione momentanea e soverchiante, con quella di migliaia d’individui umani fatta in mezz’ora in un luogo stesso, da altri individui lor simili, niente passionati, che combattono per una querela o altrui, o non propria d’alcun di loro, ma comune (laddove niuno