<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3474&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171202094751</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3474&oldid=-20171202094751
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3474 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 408modifica] alle sentenze, all’invenzione, alla condotta, all’ordine ec. non v’è divario alcuno. Si considerino attentamente i due predetti (nemici ambedue de’ Sofisti), e tutti quelli che fra gli antichi cercarono e ottennero fama di bene scrivere;1 e si vedrà che ne’ loro concetti ec. tutto è sofistico. Né anche bisognerà molta attenzione ad avvedersene. In Senofonte, particolare odiator de’ sofisti, tanto perseguitati dal suo maestro (vedi la fine del Cinegetico) e a lui per se stesso abbominevoli; in Senofonte, cosí candido e semplice e naturale che par tutto l’opposto possibile del sofistico, in Senofonte il sofistico [p. 409modifica]sofisticode’ concetti dà subito nell’occhio, tanto ch’io lo sentii notare con maraviglia a persona niente intendente né di greco né di letteratura antica, che avea non piú che gittato l’occhio su certa traduzione di quell’autore. E Socrate stesso, l’amico del vero, il bello e casto parlatore, l’odiator de’ calamistri e de’ fuchi e d’ogni ornamento ascitizio e d’ogni affettazione, che altro era ne’ suoi concetti se non un sofista