<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3375&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170928140023</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3375&oldid=-20170928140023
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3375 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 349modifica] altro che possibilità. Ho distinto due generi di disposizioni per parlar piú chiaro. Ora parlerò piú esatto. Le disposizioni naturali a poter essere e quelle ad essere, non sono diverse individualmente l’une dall’altre, ma sono individualmente le medesime. Una stessa disposizione è ad essere e a poter essere. In quanto ella è ad essere, l’uomo, [p. 350modifica]seguendo le inclinazioni naturali, e non influito da circostanze non naturali, non acquista che le qualità destinategli dalla natura, e diviene quale ei dev’essere, cioè quale la natura ebbe intenzione ch’ei divenisse, quando pose in lui quella disposizione. In quanto ella è disposizione a poter essere, l’uomo influito da varie circostanze non naturali, siano intrinseche siano estrinseche, acquista molte qualità non destinategli dalla natura, molte qualità contrarie eziandio all’intenzione della natura, e diviene qual ei non dev’essere, cioè quale la natura non intese ch’ei divenisse, nell’ingenerargli quella disposizione. Egli però non divien tale per natura, benché questa disposizione sia naturale: perocché essa disposizione non era ordinata a questo