Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3172

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[p. 224 modifica] col pensiero questa immensità medesima della esistenza e delle cose. Certo niuno altro essere pensante su questa terra giunge mai pure a concepire o immaginare di esser cosa piccola o in se o rispetto all’altre cose, eziandio ch’ei sia, quanto al corpo, una bilionesima parte dell’uomo, per nulla dire dell’animo. E veramente quanto gli esseri piú son grandi, quale sopra tutti gli esseri terrestri si è l’uomo, tanto sono piú capaci della conoscenza e del sentimento della propria piccolezza. Onde avviene che questa conoscenza e questo sentimento anche tra gli uomini sieno infatti tanto maggiori e piú vivi, ordinari, continui e pieni, quanto l’individuo è di maggiore e piú alto e piú capace intelletto ed ingegno (12 agosto, dí di Santa Chiara, 1823).


*    Al proposito di habeo e di ἒχω usati per essere spettano i verbali habitus e σχῆμα, ἔξις etc. Per esempio, habitus corporis, cioè modus habendi o se habendi, modus quo corpus habet