Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3044

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[p. 151 modifica] non era finalmente il popolo, ma uno scelto e piccol numero d’intelligenti, e dove le persone cólte fra quelle che componevano l’uditorio erano per lo meno in tanto numero come fra noi. Vedi il Viaggio d’Anacarsi, cap. 70. [p. 152 modifica]Altri poeti non drammatici si restrinsero pure a tale o tal dialetto particolare, e per conseguenza scrissero a una sola nazione o parte della Grecia e questa si proposero per uditorio (com’é verisimilissimo che facesse anche Omero), né questi furono pochi, anzi fra gli antichi furono i piú. E si può dir che la totale, confusa, indifferente, copiosa mescolanza de’ dialetti nel linguaggio poetico greco, e il seguir ciecamente la lingua e l’uso di Omero non sia proprio se non de’ poeti greci piú moderni, e nella decadenza della poesia, come Apollonio Rodio, Arato, Callimaco e tali altri de’ tempi de’ Tolomei, quando già la base della letteratura greca era l’imitazione de’ suoi antichi classici. Perocché di Esiodo contemporaneo di Omero, o poco anteriore o posteriore, non è maraviglia se il suo linguaggio si trova omerico: spieghisi l’uso di