[p. 142 modifica] al futuro, non potendo esser mai soddisfatto del presente, né trovandovi piacere alcuno, e d’altronde non rinunziando mai alla speranza, fino a trapassar con essa di là dalla morte, non trovando piú in questa vita dove ragionevolmente fermarla. Ma il suddetto effetto non è naturale. Esso viene dall’esperienza già fatta, che la memoria degli uomini insigni si conserva, dal veder noi medesimi conservata presentemente e celebrata la memoria di tali uomini, e dal conservarla e celebrarla noi stessi. Onde, introdotta nel mondo questa fama superstite alla morte, essa è stata ed è bramata e cercata, come tanti altri beni, o di opinione o qualunque, di cui la natura niun desiderio ci aveva ispirato, e che sono comparsi nel mondo di mano in mano per varie circostanze, non da principio, né creati dalla natura. Nei primissimi principii della società, quando ancor non v’era esempio di rammemorazioni e di lodi tributate ai morti, neppur gli uomini coraggiosi e magnanimi, quando anche desiderassero la stima de’ loro compagni e contemporanei, pensarono mai