<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2805&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141129135637</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2805&oldid=-20141129135637
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2805 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 3modifica] il popolo, l’antichità, gli antenati, la posterità: nomi grandi e belli, perché rappresentano un’idea indefinita. Analizziamo questo pubblico, questa posterità. Uomini la piú parte da nulla, tutti pieni di difetti. Le massime di giustizia, di virtú, di eroismo, di compassione, d’amor patrio sonavano negli antichi drammi sulle bocche del coro, cioè di una moltitudine indefinita, e spesso innominata, giacché il poeta non dichiarava in alcun modo di quali persone s’intendesse composto il suo coro. Esse erano espresse in versi lirici, questi si cantavano, ed erano accompagnati dalla musica degl’istrumenti. Tutte queste circostanze, che noi [p. 4modifica]possiamo condannare quanto ci piace come contrarie alla verisimiglianza, come assurde ec., quale altra impressione potevano produrre, se non un’impressione vaga e indeterminata, e quindi tutta grande, tutta bella, tutta poetica? Quelle massime non erano poste in bocca di un individuo, che le recitasse in tuono ordinario e naturale.