[p. 401 modifica] ed appartiene a quella che io chiamo qui filosofia propria, la quale si può applicare ad ogni sorta di soggetti. Cosí fece il Bailly nell’astronomia. Sempre che usciamo dei termini dottrinali e insegnativi d’una scienza esatta, siamo fuori del nostro caso. La scienza non è piú la materia, ma l’occasione di tali scritture; non s’impara la scienza da esse, né questa fa progressi diretti, per mezzo loro, né riceve aumento diretto dalle proposizioni ch’esse contengono: elle sono considerazioni sopra la scienza (28 maggio, vigilia del Corpus Domini, 1823). I pensieri di Buffon non compongono e non espongono la scienza, non sono e non contengono i dogmi della medesima, o nuovi dogmi ch’esso le aggiunga, ma la considerano, e versano sopra di lei e sopra i suoi dogmi. Si può ornare una materia coi pensieri e colle parole. Tutte le materie sono capaci dell’ornamento de’ pensieri, perché sopra ogni cosa si può pensare, e stendersi col pensiero quanto si voglia, piú o meno lontano dalla materia strettamente presa. Ma non tutte si possono ornare colle parole. Il Buffon adornò la scienza con pensieri