<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2600&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205204306</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2600&oldid=-20151205204306
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2600 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 327modifica] ridotta nella loro lingua, la qual par che non possa esser gustata da chi non è intendente, e gettar via dopo i primi libri le Metamorfosi, [p. 328modifica]che pur paiono scritte per chi si vuol divertire con poca spesa. Vedi quello che dice Omero in persona di Menelao: Di tutto è sazietà, della cetra, del sonno ec. La continuità de’ piaceri, benché fra loro diversissimi, o di cose poco differenti dai piaceri, anch’essa è uniformità, e però noia, e però nemica del piacere. E siccome la felicità consiste nel piacere, quindi la continuità de’ piaceri, qualunque si sieno, è nemica della felicità per natura sua, essendo nemica e distruttiva del piacere. La Natura ha procurato in tutti i modi la felicità degli animali. Quindi ell’ha dovuto allontanare e vietare agli animali la continuità dei piaceri (di piú abbiamo veduto parecchie volte come la natura ha combattuto la noia in tutti i modi possibili, ed avutala in quell’orrore che gli antichi le attribuivano rispetto al vuoto). Ecco come i mali vengono ad esser necessarii alla stessa felicità, e pigliano vera e reale essenza