<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2543&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205203748</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2543&oldid=-20151205203748
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2543 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 298modifica] non come ordinarii, anzi come straordinarii e pellegrini nella scrittura ordinata, studiata, civile (πολιτικὴ) e cólta. E ciò massimamente nella poesia, dove molti adoperavano il volgare toscano, anche in poesia non burlesca, come fa il Firenzuola ec. Insomma, lo stesso linguaggio popolare molte volte dà eleganza agli scritti, perciò appunto, ch’essendo popolare, [p. 299modifica]popolare, non è domestico collo scriver de’ letterati e vi riesce pellegrino. Aggiungi che a gran parte degli stessi lettori toscani (naturalmente non plebei) riuscivano e riescono nuove o poco familiari molte voci de’ loro o d’altri scrittori, tolte dalla lingua del loro popolo. Del resto, l’eleganza derivante dall’uso del dialetto toscano nel cólto scrivere talvolta è minore per li toscani, come poco pellegrina o come triviale;1 talvolta maggiore, come non troppo pellegrina né tanto straordinaria che degeneri in disconveniente, affettato ec., siccome spesso fa per gli altri italiani. E in genere l’eleganza ch’essi ne sentono e
Note
↑I toscani accusano il Botta fiorentinizzante nella sua Storia, come troppo triviale e pedestre, e insomma inelegante.