<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2524&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151205203535</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2524&oldid=-20151205203535
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2524 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 289modifica] che il mondo e la vita per esso lui debbano esser composte d’eccezioni di regola, cioè la vita di felicità e di piaceri, il mondo di virtú, di sentimenti, d’entusiasmo; ma piú veramente egli si persuade, se non altro, implicitamente e senza confessarlo pure a se stesso, che quel che gli è detto e predicato, cioè l’infelicità, le disgrazie della vita, della virtú, della sensibilità, i vizi, la scelleraggine, la freddezza, l’egoismo degli uomini, la loro noncuranza degli altri, l’odio e invidia de’ pregi e virtú altrui, disprezzo delle passioni grandi e de’ sentimenti vivi, nobili, teneri ec. sieno tutte eccezioni, [p. 290modifica]eccezionie casi e la regola sia tutto l’opposto, cioè quell’idea ch’egli si forma della vita e degli uomini naturalmente e indipendentemente dall’istruzione, quella che forma il suo proprio carattere ed è l’oggetto delle sue inclinazioni e desiderii e speranze, l’opera e il pascolo della sua immaginazione (29 giugno, dí di San Pietro, 1822).