<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2040&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127162335</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2040&oldid=-20141127162335
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2040 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 21modifica] mediante la detta disposizione, come tutte le altre; e quando essa facoltà è ben grande, egli è segno che anch’essa disposizione è grande, e però capace anche di altre diversissime facoltà. Ora la disposizione ad [p. 22modifica]assuefarsi include, come ho bene spiegato altrove, quella di dissuefarsi, cioè di contrarre facilmente e prontamente nuove e contrarie abitudini. Quindi è che l’uomo di gran sentimento è in maggior pericolo di perderlo, di divenir quasi insensibile, di contrarre un abito gagliardo di freddezza, d’indifferenza, di alienarsi fortemente dalla virtú ec. ec., che non colui il quale non possiede che un sentimento mediocre e non è virtuoso che per una mediocre forza ec. Le disposizioni di costoro si vede infatti che sono durevolissime, anzi le sole durevoli e costanti, perch’essi non contraggono facilmente nuove assuefazioni, non si persuadono di contrarii principii e le circostanze hanno poca influenza