[p. 15 modifica] come quella ch’essendo d’indole tutta e distintissimamente antica, non ne ha punto la libertà, è del tutto inettissima alle cose moderne, alle traduzioni degli scritti moderni ec. (e lo spirito umano avrebbe incontrato un grandissimo ostacolo e camminato con somma lentezza, se piú a lungo, dopo il risorgimento della civiltà, fosse durato negli scrittori, negli affari ec. l’uso e il bisogno di adoperar la lingua latina, per la insufficienza delle volgari). Le altre lingue antiche vi sono piú o meno adattabili, secondo che hanno maggiore o minor libertà, fra le quali tiene il primo luogo la greca (dico fra le lingue antiche ben colte e formate, giacché le altre sono adattabili a tutto, non per virtú, ma per difetto e cosí può forse dirsi della tedesca). Viceversa le moderne sono piú o meno adattabili alle cose antiche ed alle traduzioni degli antichi, secondo che hanno maggiore o minor libertà e che tengono piú o meno d’indole antica,