<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1466&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20140112183556</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1466&oldid=-20140112183556
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1466 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 176modifica] a concepire, a definire, ad esprimere, ma tanto necessarie, usuali ec. che senza tali nomi la filosofia non sarebbe [p. 177modifica]ancor nulla. Astratto e concreto, essenza, sostanza e accidente, e tali altri termini d’ontologia, logica ec. Che sarebbe il pensiero dell’uomo s’egli non avesse idea chiara di tali ripostissime ma universalissime cose? e come l’avrebbe senza i nomi? i quali dopo sí piene rivoluzioni della filosofia ec. sono e saranno pur sempre in bocca de’ filosofi. Ma certo la difficoltà d’inventarli è stata somma e tale che la filosofia moderna forse non ne sarebbe stata capace. E mentre le idee piú difficili a concepirsi chiaramente, definirsi col pensiero e nominarsi, sono le piú elementari, certo è che la filosofia qualunque non potrà mai concepire né significare idee piú elementari di queste. Utilissima per questo lato è stata la stessa teologia, che ha maggiormente diffuse e popolarizzate tali parole, ed altre ne ha trovate, assuefacendo ed affezionando ed eccitando lo spirito umano alle astrazioni, con tali stimoli,