<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1433&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20131217221212</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1433&oldid=-20131217221212
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1433 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 157modifica] tali abilità che coll’esercizio e assuefazione, ma questi vi ha gli organi piú disposti, quegli meno; questi ha bisogno di meno esercizio, quegli di piú; questi può riuscire perfettamente, quegli non mai; questi è ben disposto alla tale abilità, quegli alla tal altra: tutti da fanciulli hanno gli organi piú suscettibili di contrarre qualsivoglia abilità possibile all’uomo, perché gli organi allora sono meglio arrendevoli; e non c’é quasi abilità possibile di cui qualunque fanciullo non sia capace, con piú o meno esercizio; e capace anche di riuscirvi in tutta la perfezione possibile. Ma passata la fanciullezza le disposizioni degli organi variano di piú, secondo la maggiore o minor facoltà generale che l’individuo ha contratto, mediante maggiori o minori esercizi, che producono essi stessi una maggiore o minor capacità di contrarre abitudini ec. e d’imparare. Tali né piú né meno sono gli organi del cervello, e le differenze [p. 158modifica]loro sono della stessissima natura, e vengono dalle stesse cagioni (1° agosto 1821).