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[p. 241 modifica] la barbarie prese quel carattere tenebroso, e la malvagità divenne scelleraggine profondissima (23 Giugno 1820). Aggiungete che la religion pagana, come piú naturale che ragionevole, avrebbe servito a conservar qualche poco di natura in quella barbarie. E la natura è un gran contravveleno e medicamento in ogni corruzione umana, e un gran faro in mezzo alle tenebre dell’ignoranza, quando non sia spento da una ragione corrotta, come allora.


*   Dice Luciano nelle Lodi della patria (t. II, p. 479): Καὶ τοὺς κατὰ τὸν τῆς ἀποδημίας χρόνον λαμπροὺς γενομένους ἢ διὰ χρημάτων κτῆσιν, ἢ διὰ τιμῆς δόξαν (vel ob honoris gloriam), ἢ διὰ παιδείας μαρτυρίαν, ἢ δι’ ἀνδρείας ἔπαινον, ἔστιν ἰδεῖν εἰς τὴν πατρίδα πάντας ἐπειγομένους (properantes), ὡς οὐκ ἂν ἐν ἄλλοις βελτίοσιν ἐπιδειξομένους τὰ αὑτῶν καλὰ. καὶ τοσούτῳ γε μᾶλλον ἕκαστος σπεύδει λαβέσθαι τῆς πατρίδος, ὅσῳπερ ἂν φαίνηται μειζόνων παρ’ ἄλλοις ἠξιωμένος. Questo è vero, e quando anche tu viva in una città molto maggiore della tua patria, non ostante il gran cambiamento delle opinioni antiche a questo riguardo, desidererai anche adesso, se non altro, che la gloria o qualunque altro bene che tu hai acquistato sia ben noto e faccia romore particolare nella tua patria. Ma la cagione non è mica l’amor della patria, come stima Luciano, e come pare a prima vista. E infatti, stando nella tua stessa patria, tu provi lo stesso effetto