Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1209

Pagina 1209

../1208 ../1210 IncludiIntestazione 13 febbraio 2013 100% Saggi

1208 1210

[p. 2 modifica] ed allora, notandone a poco [a poco] le minute parti e le minute corrispondenze e relazioni e regolarità, non si formano l’orecchio a sentirne e gustarne l’armonia. Il qual processo è necessario anche a chi meglio intenda il latino ed il greco.

[p. 3 modifica]Il nostro volgo trova una certa armonia negl’inni ecclesiastici ec., e nessuna ne troverebbe in Virgilio. Perché? perché gl’inni ecclesiastici somigliano, sí per la struttura, l’andamento e il metro, sí bene spesso per la rima, ai versi italiani che il volgo pure è avvezzo a udire e cantare per le strade. E poi, perch’egli è avvezzo ad udire appunto quei tali barbari versi e metri latini.

Un italiano assai cólto, ma non avvezzo a legger poesia nostra, leggendogli una canzone del Petrarca, mi disse, quasi vergognandosi, che trovava privo d’armonia quel metro e che il suo orecchio non ne era punto dilettato: il qual metro somiglia a quello delle odi greche composte di strofe, di antistrofe e d’epodo, ed ha un’armonia cosí nobile e grave ed atto alla lirica sublime. Soggiunse ch’egli non sentiva il diletto dell’armonia fuorché nelle ottave e in qualcuno de’ nostri metri che chiamiamo anacreontici. Notate ch’egli non aveva punto