Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1103

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*   La poca memoria de’ bambini e de’ fanciulli, che si conosce anche dalla dimenticanza in cui tutti siamo de’ primi avvenimenti della nostra vita, e giú giú proporzionatamente e gradatamente, non potrebbe attribuirsi, almeno in gran parte, alla mancanza di linguaggio ne’ bambini e alla imperfezione e scarsezza di esso ne’ fanciulli? Essendo certo che la memoria dell’uomo è impotentissima, come il pensiero e l’intelletto, senza l’aiuto de’ segni che fissino le sue idee e reminiscenze (Vedi Sulzer ec., nella Scelta di Opuscoli interessanti, Milano 1775, p. 65, fine e segg.). Ed osservate che questa poca memoria non può [p. 406 modifica]derivare da debolezza di organi, mentre tutti sanno che l’uomo si ricorda perpetuamente e piú vivamente che mai delle impressioni della infanzia, ancorché abbia perduto la memoria per le cose vicinissime e presenti. E le piú antiche reminiscenze sono in noi le piú vive e durevoli. Ma elle cominciano giusto da quel punto dove il fanciullo ha già acquistato un linguaggio sufficiente, ovvero da quelle prime idee, che noi concepimmo unitamente ai loro segni e che noi potemmo fissare colle parole. Come la prima mia ricordanza è di alcune pere moscadelle che io vedeva e sentiva nominare al tempo stesso (28 maggio 1821).