../CVII ../CIX IncludiIntestazione 24 settembre 2022 100% Da definire
 |
Questo testo è stato riletto e controllato. | |
<dc:title> Pensieri </dc:title> <dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator> <dc:date></dc:date> <dc:subject></dc:subject> <dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights> <dc:rights>GFDL</dc:rights> <dc:relation>Indice:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu</dc:relation> <dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_(Leopardi)/CVIII&oldid=-</dc:identifier> <dc:revisiondatestamp>20220924090529</dc:revisiondatestamp> //it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_(Leopardi)/CVIII&oldid=- 20220924090529
| ◄ | CVII | CIX | ► |
CVIII.
Grande studio degli uomini finché sono immaturi, è di parere uomini fatti, e poiché sono tali, di parere immaturi. Oliviero Goldsmith, l’autore del romanzo The Vicar of Wakefield, [p. 64 modifica]giunto all’etá di quarant’anni, tolse dal suo indirizzo il titolo di dottore, divenutagli odiosa in quel tempo tale dimostrazione di gravitá, che gli era stata cara nei primi anni.