Penombre/Vespri/Rondini

Vespri

XIX.
RONDINI

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XIX.


RONDINI





Tacea da quattro aprili il nidicciuolo
  Dove, fanciullo, il volo
  Delle garrule rondini mia madre
  Insegnommi ad amare —
  5Nel sessantuno ritornò dal mare
  Solo l’alato padre;
  Si accovacciava nel nido ogni sera
  E tal sciogliea nell’aria
  La canzon solitaria,
  10Che davver somigliava una preghiera.
  Egli piangeva l’amica diletta
  Sepolta sulla vetta
  Di una qualche piramide d’Egitto;
  E certo, nel tragitto
  15Di quell’ottobre, gli mancò la lena,
  Al pensier di trovarla disseccata
  Sulla cocente arena!

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  Uno stormo però di rondinelle
  Vispe, piccine e belle,
  20Quest’anno ancora alla gronda ospitale
  Venne a raccoglier l’ale,
  Seminando un pispiglio interminato;
  Del povero annegato
  Credo saranno i bamboli innocenti
  25E i prossimi parenti
  Che ritornano, orando, al patrio nido,
  Per celebrare come meglio ponno
  Gli antichi amor del nonno.