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XXVII.
DAMA ELEGANTE
La caravana dei desiri miei
Verso di voi salìa, donna divina,
Come una fila di camelli ebrei
4Al limitar di mistica piscina.
Oh se giungeva ad attaccar la briglia
Alle fossette delle vostre spalle,
La noia, il condottier della famiglia,
8Si dipingea di ciel le guancie gialle!
Giacchè, marchesa, voi siete un inganno,
Siete una larva dei secoli vieti,
E certo ancor nell’anima vi stanno
12Le carezze dei numi e dei poeti.
Siete risorta da una tomba argiva,
Per rinnegar coi vergini splendori
Le belle inferme dell’età lasciva,
16E le viltà dei nostri flosci amori!
Deh, spargete la spiga e la verbena
Nel folto crine che vi bacia il viso;
Deh, non negate alla mutata scena
20I firmamenti del vostro sorriso!
Chè saran santi sorriso e corona,
Fosse del volgo sterminato in mezzo,
S’anco una sola anima mesta e buona
24Divinizza l’amore al vostro olezzo!