Giuseppe Gioachino Belli

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Lo stato de lo Stato Lo specchio der Governo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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PARE UNA FAVOLA!

     Appena er Papa disse chiaramente
Che, ssenza arimedià ssubbito ar male,
La Santa-Sede annava a lo spedale,
Cuanno nun je pijjassi un accidente;

     De posta oggni prelato e ccardinale,
Oggni patrasso e oggnantra bbona ggente,1
Cùrzeno2 tutti cuanti istessamente
Co la lingua de fora ar Qui-orinale.3

     E ttutti, incomincianno dar Vicario,
Disseno4 ar Papa: “Io do la mi’ abbazzia
Pe’ rriempicce5 er vòto de l’orario.„6

     Cuest’è una storia che nnun è bbuscìa.
Sor Indovinagrillo7 der Diario,8
Dite la vostra, c’ho ddetto la mia.9


Roma, 28 dicembre 1832

Note

  1. Nell’Ordine Circolare, dato il 20 dicembre 1832 sotto il N. 30571 dalla Segreteria di Stato a tutti i Capi-di-ufficio, onde avvertissero i loro impiegati subalterni della diminuzione degli stipendi, era espresso che l’alto Clero era spontaneamente andato ad offerire i suoi emolumenti ed averi pei pubblici bisogni.
  2. Corsero.
  3. Il Monte Quirinale, su cui è uno de’ palazzi pontifici.
  4. Dissero.
  5. Riempirne.
  6. Erario.
  7. Così è chiamato dal popolo l’Indovinala-grillo, libercolo di sorti, che se ne cavano mercé un facile calcolo guidato da una bussola aritmetica che rimanda a tanti versi divinatòri.
  8. Foglio ufficiale di Roma.
  9. Formula con la quale terminansi le favole da fanciulli.