Paolina - La fava bianca e la fava nera/A chi legge
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A CHI LEGGE
Presentiamo al pubblico un racconto quasi ignorato di quel robusto e singolare intelletto che fu Iginio Ugo Tarchetti.
Apparsa per la prima volta in mezzo al frastuono delle armi, la Paolina passò inosservata; ben altre vicende drammatiche tenevano ansiosa la curiosità del pubblico; ed ai bollettini, alle corrispondenze dal campo erano insufficienti le colonne dei giornali. Nessuno parlò del nuovo racconto e del nuovo romanziere che in esso si rivelava. E fu solo quando altri racconti ebbero dato fama al Tarchetti, che vennero ricercate curiosamente le traccie dei passi che il valente aveva percorsi per salire, non visto, a sì bella altezza. Questa ricerca dura dopo la sua morte, e alla curiosità si è aggiunto l’affetto, grande, specialmente nei giovani, per l’autore dei Drammi della vita militare e della Fosca.
A noi, come a molti, questo racconto non pare indegno dei suoi fratelli più lodati. Anche qui è proprio lui, Tarchetti, anche qui vedi la stessa grazia, lo stesso riso a fior di labbro, la stessa esuberanza di idee. E sarà, crediamo, curiosità bella il ricercare (e trovare) in questo libro la sorgente ricca e pura di quell’onda che poi divenne torrente — l’affetto. Alcuni personaggi sono fra i più felici creati dallo stesso padre; uno (la Mineu) non fu forse superato nei volumi posteriori.
Al primo racconto del nostro autore, ci è parso opportuno aggiungere un capitolo postumo dell’ultimo, immaginato sul finire della povera vita, interrotto dalla morte.
L’amico, che lo trovò fra le carte e già lo fece apparire in una strenna, ne accompagnava la pubblicazione con qualche cenno che ci concesse di riprodurre.
Soddisfacendo ad un desiderio di quanti amano gli scritti dell’infelice Tarchetti, a noi sembra anche di pagare un debito verso la sua memoria.
Gli Editori.