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8 | a chi legge |
A noi, come a molti, questo racconto non pare indegno dei suoi fratelli più lodati. Anche qui è proprio lui, Tarchetti, anche qui vedi la stessa grazia, lo stesso riso a fior di labbro, la stessa esuberanza di idee. E sarà, crediamo, curiosità bella il ricercare (e trovare) in questo libro la sorgente ricca e pura di quell’onda che poi divenne torrente — l’affetto. Alcuni personaggi sono fra i più felici creati dallo stesso padre; uno (la Mineu) non fu forse superato nei volumi posteriori.
Al primo racconto del nostro autore, ci è parso opportuno aggiungere un capitolo postumo dell’ultimo, immaginato sul finire della povera vita, interrotto dalla morte.
L’amico, che lo trovò fra le carte e già lo fece apparire in una strenna, ne accompagnava la pubblicazione con qualche cenno che ci concesse di riprodurre.
Soddisfacendo ad un desiderio di quanti amano gli scritti dell’infelice Tarchetti, a noi sembra anche di pagare un debito verso la sua memoria.
Gli Editori.